Nel mio lavoro subisco il fascino dell’oggetto e della materia che crea l’oggetto. Accostamenti istintivi creano forme che ne richiamano altre e il gioco di rimandi diviene mezzo per stabilire un dialogo con gli oggetti. L’opera è l’occasione per sviare il senso abituale delle cose e scoprirne il senso poetico che si cela  dietro.

Mi interessa proporre  un nuovo modo di guardare l’oggetto, sia esso un nastro oppure una pentola, superando i limiti della loro funzionalità, per suscitare in chi li osserva altre associazioni, altri punti di vista. La mia arte combinatoria sta nel manipolare molti  materiali  insieme, per creare non solo figure ma anche spazi dove poter esperire con tutti i sensi.